PROLOGO: Battleground, Arizona. Notte.

 

La struttura prefabbricata, un parallelepipedo di sei metri per quattro, profonda cinque, aveva un nome degno del suo aspetto.

La Cassaforte.

Pareti all’adamantio-B, sensori a prova di formica, dentro e fuori. La presenza di due automi di fabbricazione Talon Corporation all’ingresso era puramente simbolica, un modo per fare vedere ai media che qualunque reperto ritrovato fra le rovine della vecchia Phoenix fosse adeguatamente sorvegliato in attesa di collocarlo ai suoi legittimi proprietari o ai parenti di questi.

Era semplicemente normale che, a qualunque ora del giorno e della notte, un rappresentante delle autorità si presentasse per prelevare dei reperti in vista di una restituzione.

Almeno, tale era la scusa inserita nella tessera magnetica che il lettore della porta lesse rapidamente, insieme ai dati anagrafici di Sal Whitestone, il segretario particolare della Governatrice Janet Napoletano.

I robot non reagirono. Lo avrebbero fatto solo se ci fossero state delle incongruenze nei documenti. Se ci fossero state delle guardie umane, alla luce di quello che sarebbe successo di lì a pochi minuti, al massimo i poveretti avrebbero detto che non avevano ragione di fermare una figura come quella di Whitestone…sulla base dell’ora.

La porta si aprì con uno scatto, poi scorse lentamente via.

 

I passi di Whitestone risuonarono con un’eco metallica.

L’interno della Cassaforte era occupato solo da file su file di cassettiere. La quantità di oro e gioielli lì presente era degna del miglior caveau, senza contare oggetti d’arte e documenti legali.

Ma solo un oggetto interessava a Whitestone.

Il grande totem di legno disposto al centro della Cassaforte: un oggetto splendido, disposto lungo il pavimento. Se fosse stato eretto, avrebbe misurato almeno cinque metri. Legno solido, quasi liscio come marmo, coperto da figure inquietanti, musi e volti ghignanti di una luce maligna. Inquietanti.

Whitestone non esitò: ormai la sua sola possibilità di conservare il posto e di uscire vivo dalle indagini di quel maledetto segugio che era Jack Ironhoof risiedeva in questo totem.

I superiori di Sal lo avevano informato con molti dettagli in merito a quanto era successo con un totem identico a questo[i]. Stava correndo un rischio pazzesco, ma tutto stava proprio in quei dannati supereroi dei Rangers. Che bella cosa, l’ironia!

Whitestone allungò una mano fino a toccare il legno. Come una volta era successo, una scheggia che non avrebbe dovuto esserci morse la carne. Una goccia di sangue intrise il legno. Una sola goccia.

Sufficiente.

Il sangue fu assorbito come acqua da una spugna. Non ne rimase traccia, all’esterno.

E subito dopo, gli occhi dei volti maligni si accesero di una luce intensa.

Istintivamente, Whitestone, che non poteva certo essere chiamato un cuordileone, fece un passo indietro…

Per quello che serviva: un colpo di energia investì il suo corpo, e in quel momento Sal Whitestone cessò di esistere.

 

 

MARVELIT presenta

Episodio 23 - Il Ritorno del Rinnegato

 

 

Sono arrivati!” Bonita Juarez si mise a sedere urlando, la fronte coperta di sudore gelato. Quando smise di urlare, si accorse che l’allarme stava suonando.

Bonita scese dal letto. Un atto di volontà trasformò il suo pigiama nel costume giallo e rosso di Firebird.

 

Uscendo dalla stanza, incontrò la coppia Shooting Star e Texas Twister. Tutti e tre si diressero di corsa verso l’hangar. “È successo, alla fine!” disse Firebird. “Il totem è stato attivato, e i suoi due prigionieri sono liberi! Gli altri…” aggiunse, mentre le porte scorrevoli si aprivano.

Gli altri erano già lì: Puma, Aquila Americana, Phantom Rider, Red Wolf e Lobo, Corvo Nero. L’ultimo ad entrare fu Coyote Cash, intento a reggersi i pantaloni e a legarsi la cintura contemporaneamente. “Scusatescusate! Qualcuno può dirmi cosa sta succedendo?”

Il gruppo prese posto nell’hoversled. Firebird ripeté quanto già detto alla coppia texana. “Stiamo molto attenti! Ho percepito delle volontà molto potenti, quando erano ancora prigionieri.” Il che, unito ai rapporti sull’ultima manifestazione, non aggiungeva certo ottimismo ai pensieri degli eroi.

 

Il portello sul tetto si aprì. La rampa di lancio dell’hoversled emerse…e in quel momento, il prefabbricato che era la base dei Rangers fu colpito da una doppia sfera di fuoco! Le esplosioni furono sufficienti a demolire l’intera fiancata dell’edificio.

 “OK, sono tosti!” fece Coyote. “Ma se credano che basti…” Spinse la cloche in avanti, e decollo!

 

Il panorama che li accolse appena furono fuori era un incubo!

“Sta distruggendo tutto!” Shooting Star urlò.

La creatura era alta tre metri e mezzo, un drago antropomorfo dal muso affilato alla punta della coda. Rostri ricurvi apparivano sui gomiti e lungo le caviglie. Una linea di rostri correva come una cresta dal collo alla coda. I suoi artigli erano capaci di tagliare l’acciaio, e dalla sua bocca sgorgavano geyser di fiamme. I veicoli colpiti da quelle fiamme esplodevano come petardi, spargendo a loro volta fuoco contro altro materiale infiammabile. Operai e civili correvano in tutte le direzioni, in preda al panico. I soli a reagire erano i poliziotti, i militari ed i robot, i cui colpi tuttavia erano del tutto inutili contro la pelle corazzata del mostro.

In quell’apocalisse, gli eroi si sentirono di nuovo impotenti, di nuovo rividero il terribile massacro causato da Maelstrom contro il quale nulla poterono fare…

“Non dovrebbero essere in due, Bonita?” chiese Puma.

Lei si guardò intorno. “Non so dove sia l’altro… Attento!

Il mostro si era accorto di loro! Spalancò la bocca e lanciò una fiammata contro l’hoversled!

“Non con noi, bruttone!” Texas Twister protese il braccio e lanciò un colpo ciclonico. La fiamma fu facilmente infranta.

La creatura, finalmente, si concentrò sui nuovi arrivati. “Così, le piccole scimmie hanno altri difensori?”

Shooting Star tese i polsi, pronta a colpire con le sue unità laser. “Ed anche in gamba, str*”

Gli occhi della creatura si accesero.

E la realtà intorno ai Rangers impazzì. Il cielo e la terra si scambiarono di posto, e la stessa terra divenne un bizzarro oceano liquido. Ogni riferimento scomparve. Ai comandi, Coyote Cash ebbe appena il tempo di inserire il sistema di atterraggio automatico…

Anche se troppo tardi per impedire un atterraggio tutt’altro che morbido, in mezzo ad una selva di tubolari che subito dopo crollarono sul veicolo come un castello di carte, coprendolo completamente.

“E creature come queste sono state capaci di sconfiggere mio fratello?” il mostro rise, e la sua risata fu come un tuono. “E ora torniamo ad occuparci di questi insignificanti ‘signori del mondo’.” Stese le braccia. Sfere di fuoco apparvero nei palmi.

Il mostro lanciò le sfere verso un serbatoio di gas.

E proprio a un metro dall’impatto, un muro di luce si frappose contro le fiamme!

Il mostro voltò la testa. “Cosa..?” Il suo sguardo telescopico vide che si era evidentemente sbagliato sui suoi nemici.

 

“Ma ti prego!  Victoria Star sorrise. “Ci hanno provato bastardi migliori di te a farci fuori.”

Red Wolf disse, “Firebird, estingui gli incendi. Al mostro ci pensiamo noi!”

E mentre la donna decollava, circondata da un’aura fiammeggiante, Puma ed Aquila Americana furono i primi a scattare in avanti. Saltando agilmente da una struttura all’altra, raggiunsero immediatamente la creatura.

Il dragone non sembrava impressionato. “Solo in due?”

Il potente guerriero Navajo compì un ultimo salto, e all’apice della parabola incoccò arco e freccia. Le tre frecce sembrarono sparate, tale fu la velocità.

Una sola fiammata fu sufficiente a ridurle in cenere. “Puah! Ridicolo! E tu, cosa puoi fare di meglio?” chiese a Puma, che aveva spiccato un salto direttamente contro di lui.

La coda del mostro saettò velocissima.

Esattamente come Puma sperava! Gli artigli si infilarono facilmente nella carne!

“Argh! Come osi profanarmi così, insetto?!”

“Vuoi vederlo?” Usando la coda come un punto di appoggio, Puma compì un arco, che portò i suoi piedi a centrare in pieno la mascella del nemico!

 

Giunta ad un’altezza sufficiente per abbracciare con lo sguardo l’area della battaglia, Firebird si concentrò.

I poteri che, all’inizio, aveva scambiato per un dono divino, erano in realtà solo uno scarto di esperimento.

Un esperimento di una razza aliena, volto a ricreare i poteri della Fenice.

All’inizio della sua carriera, Firebird usava il suo potere per generare fiamme. Con crescente esperienza, imparò a fare diverse altre cose.

Come la pirocinesi.

Bonita stese le braccia verso le fiamme, come ad imporre la propria volontà. E così fu: le lingue roventi si staccarono dalle loro prede. Ogni singola fiamma si unì all’altra, a mezz’aria, per formare una sfera impressionante a vedersi, ma ormai innocua per la gente e le cose.

 

Puma atterrò sul tetto di un prefabbricato. Le sue mani fumavano.

Se le guardò: la carne era consumata, come se avesse conficcato gli artigli dentro del metallo rovente.

Il dragone si gettò contro di lui. “La mia razza si bagnava nella lava primordiale, insetto! E non credere che sia un’inutile vanteria! Hm..?” Piccoli oggetti al limite dell’invisibilità attraversarono il suo corpo…senza alcun effetto, se non quello di distrarlo per un momento.

Bastò. Il mostro fu colpito da colpi fotonici sufficienti a distruggere un carro armato.

 

E mentre il mostro precipitava contro dei tubolari, Phantom Rider chiese lumi allo spirito del suo antenato. <Perché i miei colpi non hanno avuto effetto?>

<Lo hai dimenticato? I proiettili spirituali non hanno effetto su chi non è umano,> rispose Carter Slade, il cui fantasma alloggiava nel corpo di Hamilton. <E non è neppure una creatura della magia.>

Hamilton ripensò al rapporto su quel mostro: secondo alcune tribù indiane, era il frutto della natura. C’era voluto il dinosaur-killer, l’asteroide assassino, per terminare la sua civiltà. I pochi sopravvissuti, incapaci di riprodursi, erano stati chiusi nei totem dagli adoratori degli Dei del Sole…

Insomma, in quello scontro, Phantom Rider era utile come una stampella di gomma…o forse no?

Il suo sguardo andò verso la Cassaforte.

In quel momento, con un’ultima deflagrazione, la sfera di fuoco si dissolse alta nel cielo.

 

Firebird si sentiva esausta. Per quanto vasto il suo potere, usarlo a quel modo, come un microchirurgo, aveva richiesto una concentrazione tremenda… Ma come fa la Torcia Umana*eep!*

<Il punto debole della creatura è il totem, Bonita.> La voce mentale di Rider le disse. <Solo tu, fra noi, hai il potere di distruggerlo e riconsegnare il mostro alla sua prigionia.>

Firebird si schiarì la testa e annuì. “Ricevuto.” E scattò verso il basso.

 

Una fiammata vaporizzò la pila di metallo. “Imbecilli! È questo il meglio che potete farmi?”

Il mostro emerse, colate di metallo liquefatto scorrere innocue sulla sua pelle. Non aveva un graffio. “Mi sono divertito abbastanza! Ora vedrete cosa può fare Kiran la Morte Volante!” Tese a coppa le mani, e un piccolo sole si accese fra di esse.

Il mostro ruggì e lanciò il proiettile di plasma.

 

“Non così veloce, bruttone!” Texas Twister generò una corrente ciclonica.

Le due forze si incontrarono a metà distanza.

Il risultato: un’esplosione che scavò un nuovo cratere nel cantiere. Twister fu scaraventato all’indietro dalla forza di quell’esplosione, e peggio ancora, decine di frammenti e di tubolari schizzarono nella sua direzione!

L’uomo osservò la morte venirgli incontro…poi un muro di luce lo salvò all’ultimo momento.

“Non so che ti piaccia nell’infilarti in questi guai…” Shooting Star non ebbe il tempo di aggiungere altro. Dal fumo e le fiamme schizzò fuori il mostro ad artigli spianati e le mani accese di fuoco primordiale!

 

Firebird volò dentro la Cassaforte.

Phantom Rider, a cavallo dello spettrale cavallo Banshee, giunse subito dopo…o meglio, appena in tempo per vedere la figura della donna venire gettata fuori come una bambola di pezza! “Cosa..?”

Bonita rimbalzò due volte a terra, come un ciottolo sull’acqua, prima di fermarsi contro la carcassa di una scavatrice.

Bonita!” Rider scese da cavallo, tornando così materiale. Corse verso la donna…e solo all’ultimo istante percepì il pericolo!

La mente lavorò in fretta. Se si fosse fatto immateriale, il colpo sarebbe andato verso Bonita. Così, Phantom Rider saltò di lato, per fare da bersaglio, ma non fece in tempo ad evitare che una fiammata gli strinasse il fianco!

“Un buon piano, piccola scimmia,” disse un secondo mostro, simile al primo, emergendo dall’ingresso della Cassaforte. “Ma Raptor il Rinnegato ha imparato bene la prima lezione! Nessuno toccherà la sacra icona!”

Ecco dove era finito il secondo!

 

Una coppia di missili raggiunse in pieno il fianco di Kiran. Il mostrò volto la testa

verso Coyote Cash, che impugnava un lanciamissili. “Piaciuti i confetti? Vieni che ne ho altri!”

“Non mi sporcherò le mani con te, scimmia!” nuova fiammata…

che si infranse contro un campo di forza. Coyote fece la linguaccia alla creatura. “Vuoi vedere che altro so fare, fesso?” puntò e lanciò una nuova coppia di missili.

Kiran li intercettò con due sfere infuocate…e un attimo dopo, le sue spalle furono colpite da due acuminate frecce! “Arrgh! Combattetemi faccia a faccia, animali inferiori!” si voltò verso Aquila Americana, lanciando un’altra fiammata.

Il Navajo saltò via, e poté solo osservare le frecce dalla punta metallica fondersi come burro al contatto con il sangue rovente di Kiran.

 

“Addio, insignificanti umani!” Raptor spalancò la bocca…e una staffa gliela chiuse di colpo proprio mentre stava vomitando fuoco. Schizzi roventi fuoriuscirono dalle narici e dagli angoli della bocca

“L’arroganza non paga, anche questo dovresti avere imparato,” disse Red Wolf, parandosi fra il mostro e le sue prede.

“Tu…senza un solo potere a disposizione, parli così a me? Pazzo!” raffiche globulari di fiamme partirono dalle mani, ma il guerriero Cheyenne fu lesto ad evitarle una dopo l’altra. Per giunta, Raptor, restando di sentinella alla Cassaforte, offriva un facile bersaglio. Così, all’apice di un altro salto, Red Wolf lanciò il suo tomahawk!

Raptor quasi si mise a ridere, mentre osservava l’oggetto rotante avvicinarglisi. “Piccola arma, dovrebbe…NO!” quella ‘piccola arma’ si conficcò nel suo petto come nel burro!

Raptor contemplò con stupore l’oggetto, mentre gocce di sangue al calor bianco colavano dalla ferita. “Questo bruciore…” Afferrò l’impugnatura, e nel processo volute di fumo si levarono dalla carne della mano con un sibilo. “È stato forgiato dagli adoratori degli Dei del Sole!”

“Ci sono anche loro, fra i miei insegnanti,” disse il guerriero.

Il rettile gli lanciò contro il tomahawk con tutta la sua forza.

Con calma, Red Wolf stese la mano, e l’arma si depositò in essa. “L’umanità è cambiata da quando voi Ultimi l’avete combattuta. Migliorata. Non potete vincere.”

“Questo resta da vedersi, scimmia!” E così dicendo, si lanciò all’attacco.

 

Dannazione! Ma c’è un modo di sconfiggerlo? si chiese un poliziotto rimasto sulla scena.

Texas Twister, Shooting Star, Puma e Aquila Americana circondavano quel mostro, ma visti i risultati finora, tanto valeva chiedersi se non fosse lui ad avere la situazione sotto controllo!

Improvvisamente, una nube si materializzò sulla testa di Kiran. Una nube nera come l’inchiostro…

E un fulmine di una potenza spettacolare si infranse contro Kiran! Il corpo del rettiliano fu avvolto di archi voltaici, mentre si contorceva, prigioniero di un dolore spaventoso.

Il poliziotto si rimise al sicuro dietro la scavatrice rovesciata di fianco. Ma che ci faccio, qui? Non posso essere di alcun aiuto…

“Ti sbagli, Jonaton Earthgreen,” disse una voce maschile accanto a lui.

 

I quattro Rangers si gettarono all’attacco con tutta la loro forza: Shooting Star colpì il mostro dritto agli occhi con una raffica sufficiente a distruggerne uno. L’altro rimase irreparabilmente accecato.

Pazzo di dolore, Kiran sparò raffiche alla cieca, colpì a vuoto l’aria con artigli e coda, cercando invano un bersaglio, ruggendo incoerentemente.

Puma lo colpì al ventre con una potente artigliata. Sangue rovente schizzò a terra.

Poi, Texas Twister avvolse l’enorme figura in un vento ciclonico. Kiran fu spazzato via come una bambola da un vento sufficiente a strappare via un edificio. Le sue ali vennero strappate come altrettanti fogli di carta.

Il vento fu estinto, e Kiran ricadde pesantemente a terra, ancora vivo, ma stordito e confuso.

Aquila Americana gli fu addosso in un attimo. Afferrò il collo della creatura, e…

“Fermi!” disse Corvo Nero con tono imperioso. “Non uccidetelo. Non sarà necessario dispensare morte.”

“Di che stai parlando?” fece Star. “Hai visto cosa ha fatto? Dannazione, non puoi pensare che se la cavi…”

“Kiran non rappresenta più un pericolo. Immobilizzalo. Fra poco, sarà tutto finito.”

 

Jonaton era già sulla soglia distrutta della Cassaforte, quando udì un nuovo ruggito da Raptor. Per un momento, pensò fosse giunta la sua ora.

Invece, il mostro era impegnato a cercare di colpire un Red Wolf che avrebbe potuto essere un fantasma, per l’abilità con cui schivava i colpi. E Lobo, il lupo rosso, non faceva con i suoi attacchi, che aggiungere alla frustrazione del mostro.

Jonaton entrò nella Cassaforte. E a quel punto si mise a correre come mai aveva fatto verso il totem.

 

Improvvisamente, Raptor smise di occuparsi di Red Wolf. Si voltò, e vide Jonaton diretto verso il totem. “Cosa..? No! Cosa ha intenzione di fare l’intruso?” Si lanciò verso il prefabbricato…ma fu investito da una fiammata tremenda.

Raptor ricadde a terra, la pelle bruciacchiata. “La femmina! Sei più coriacea di quanto avessi creduto.”

“Sono…piena di sorprese…” A dire il vero, Firebird si sentiva uno schifo. Non c’era un punto del corpo che non le facesse male, la vista era offuscata e un filo di sangue le colava dalla fronte lungo il volto. Ma col cavolo che avrebbe permesso a quella creatura di vincere.

“Non posso perdere tempo con te. Muori!” lanciò una fiammata dalla bocca.

“NO!” l’aria intorno a Firebird si illuminò nel tremendo effetto-fenice, mentre lei parava quel colpo. “Il Signore è la mia guida, demonio, e in Suo nome non ti lascerò prevalere!”

 

Jonaton si chinò sul totem. Osservò trepidamente l’oggetto: Corvo Nero gli aveva dato delle precise istruzioni, Obbedire ad esse lo avrebbe forse privato della sua umanità come la conosceva…

Ma non c’era altra scelta. E lui doveva troppo a quella gente per tirarsi indietro adesso.

Jonaton spalancò il palmo e lo poggiò con forza. Ancora una volta, il legno morse la carne, e questa volta molto più sangue fu versato.

Jonaton non tolse la mano, mentre il sangue scorreva e scorreva…

 

Raptor e un’ansante Firebird erano ancora in piedi, pronti ad un nuovo round…quando, di colpo, il rettiliano fu preda di uno spasmo! Si resse lo stomaco con le braccia, piegandosi in due. “Wargh! Che cosa significa?! Cos’è questa sensazione…NO!”

“Considerala una soluzione pensata se qualcuno di voi fosse riuscito a fuggire,” disse Corvo Nero. “Il sangue di un’anima corrotta vi permette di incarnarvi in chi quel sangue vi ha donato…ma se il sangue, anzi, se la vita di un’anima nobile viene offerta al totem, voi avrete ugualmente il vostro corpo, ma la mente sarà quella del donatore.”

“Non…potete…battermi…così…” Bisognava darne atto, a Raptor: la sua forza di volontà era grande, e cercò di usarla come meglio poteva per resistere al processo di possessione…ma alla fine, poté solo svenire.

Corvo Nero aiutò Firebird ad appoggiarsi a lui. “È il momento. Vieni.”

Dolorante e confusa, lei si lasciò guidare verso la cassaforte.

 

“No…” finalmente, solo quando vide il corpo senza vita di Jonaton, capì pienamente il significato delle parole di Corvo Nero. “No…” si staccò dallo sciamano e si chinò sul poliziotto defunto. “Perché? Avremmo potuto farcela…”

“Eravate allo stremo, e Raptor era disperato: avrebbe difeso quel totem fino alla vostra morte, se necessario. Se anche aveste prevalso, sarebbe stato a costo della vita del vostro nemico. Sarebbe stata dunque giustizia?”

“Non…” le sembrava un tale spreco.

“L’equilibrio è ristabilito: il vuoto guscio di Raptor è stato occupato, e Kiran deve essere restituito alla sua prigionia. Usa il tuo potere per aiutarmi a convogliare lo spirito di Kiran là dove appartiene.

“Cosa…devo fare?” ormai la vista era ridotta a un punto in mezzo al nero.

“Concentra il tuo fuoco sul totem, ma senza danneggiarlo. Al resto penserò io.”

Lei lo fece, grata di non doversi sforzare più di tanto. Lasciò che l’energia fluisse, e le sembrò di sentire il totem cantare…o forse era la voce di Corvo Nero, mentre tesseva la sua magia?

 

“Pazzi…pazzi… La vostra piccola vittoria non significa nulla per chi…per chi…” Kiran provò ad alzarsi, ma ormai era già molto se riusciva a stare in piedi. “Io…non…morirò…”

E con queste parole, la sua figura si dissolse, lasciando spazio a un non meno malconcio Sal Whitestone.

“Ma che diavolo..?” Twister non credeva ai suoi occhi.

Privato della forza di Kiran, l’uomo andò a terra come un bambolotto. Presentava ogni singola ferita inferta al mostro, ed era un miracolo che fosse ancora vivo.

“Ho come l’impressione che nei casini ci siamo finiti adesso, gente,” fece il Texano.



[i] FANTASTICI QUATTRO MITA #137